Che la felicità molto spesso ti si insinua dentro piano, tra un libro e un piatto di pasta fumante, un sole alto in cielo e le lenzuola stropicciate della domenica mattina. E’ difficile da definire, la felicità. A volte si camuffa, come se fosse sempre Carnevale, pieno di maschere e colori e suoni assordanti. Lei, invece, si traveste di poco, come se solo attraverso quel poco, come se solo attraverso quel silenzio che squarcia lo spazio, tu potresti riuscire a vederla. Quando la luce del mattino e l’aria fresca che si avvia alla primavera inondano la camera da letto. E lì, dentro le pareti di quella casa che a tratti ti è ancora estranea, tu vedi e senti che qualcosa sta cambiando. Sogni ancora qualcosa che forse non potrai mai avere, ma adesso lì ti senti sicura e forse anche un pò al tuo posto. Perché te lo sei guadagnato, quel posto, e non importa dove sia per riuscire a sentirlo tuo. In fondo c’è il vostro odore lì dentro, ci sono le vostre risate che risuonano da una stanza all’altra e anche le vostre urla che riempiono di fallibile umanità questa storia. E a tratti questa felicità è talmente fragile che forse non la riconosci perché hai solo paura di distruggerla. Forse, nel non riconoscerla, vuoi solo difenderla. Perché difendere lei vuol dire difendere te stessa.